lunedì 5 gennaio 2009

Donata Meneghelli, insegnare e scrivere è il tramite…


“Il primo articolo di rilievo l’ho scritto per il Nuovo Giornale, il settimanale della Diocesi di Piacenza, ed era un’inchiesta sui nuovi programmi didattici di storia. Intervistai molte persone che ho poi reincontrato in diversi momenti professionali e culturali, come Carla Antonini, direttrice dell’Istituto Storico Piacentino, o Mauro Monti, oggi preside del Liceo Scientifico di Fiorenzuola, dove insegno» .
Inizia così la conversazione con Donata Meneghelli, giornalista e insegnante e prosegue con il racconto del suo primo articolo fuori dai confini della sua città dove già scriveva sul giornale parrocchiale o nelle corrispondenze dal cortile di casa. Queste ultime erano il suo gioco preferito da bambina, scrivere di ciò che accadeva attorno a sé, o fare le cronache televisive davanti allo specchio. Del resto, come dice lei, “crescere in una bella famiglia di sette persone è un’ottima palestra di comunicazione”.
Invece il suo primo articolo “fuoriporta” fu un bel quattrocento battute dedicate a “Domani a Fiorenzuola ci sono le cresime”. Glielo aveva affidato lo storico corrispondente locale di Fiorenzuola, Franco Villani.
Oggi Donata è un personaggio nella sua città, Fiorenzuola, anche se lei preferisce, senza falsa modestia, definirsi un tramite. Per lei l’insegnamento e il giornalismo infatti devono avere questa funzione: essere tramite del sapere di altri e del pensiero di altri.
Ma il suo modo di scrivere, che ben conosco, e quello di insegnare, che conosco per interposta persona e cioè attraverso l’opinione che hanno molti giovani a cui lei insegna, non sono solo un tramite ma l’interpretazione e la lettura intelligente della realtà.
Donata ha i piedi piantati a terra, non è troppo sognatrice o idealista, non è affamata del potere, piccolo o grande che sia, che può dare il suo mestiere. E’ legata, profondamente legata a molte delle storie che lei ha raccontato nel corso degli anni, alla sua città e alla sua terra, e adora i suoi lavori.
E’ fantastico sentir definire i giovani, da una come lei che li frequenta ogni giorno, “interlocutori autorevoli, ansiosi di sapere e di ascoltare”, quanti di noi hanno questa opinione così chiara e definita?
“Fare la giornalista è la possibilità privilegiata di conoscere le persone, fare incontri straordinari, crescere dentro. – afferma - Oppure frequentare persone che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita, come Laura Torricella e Carla Danani, che ebbi come insegnanti e che oggi mi ritrovo ad intervistare spesso per il loro ruolo pubblico. O ragazzi che vogliono diventare giornalisti e che sono stati miei alunni”. Chissà se ha altre ambizioni, oltre al ruolo di corrispondente dalla seconda città della provincia? Ma non glielo chiedo visto l’entusiasmo con cui racconta il suo lavoro di ogni giorno

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