lunedì 5 gennaio 2009

“Ciao sindaca, vieni a giocare con noi?”.


Ascoltato e visto con i miei occhi mentre passeggiavo con Manuela Amadei, Sindaco di Zibello, per le vie del paese. Lei mi stava illustrando le opere fatte, i progetti futuri, le difficoltà ad amministrare, con la forte carenza di contributi pubblici, che sono le stesse sia che si governi un paese di 1.910 abitanti che una grande città, quando improvvisa è arrivata la voce di un bimbetto di cinque anni che ha cambiato completamente il livello della conversazione.
Francamente mi importava poco del linguaggio tecnico-amministrativo del colloquio, pur apprezzando la competenza del Sindaco. Mi interessava il “cuore” di Manuela Amadei, le sue emozioni nello svolgere un ruolo importante come quello di essere la prima cittadina.
E quel bimbo c’è riuscito (dovrebbe firmarlo lui questo articolo). Da quel momento Manuela si è lasciata andare, ammettendo che quello è il risultato più bello del suo incarico, essere chiamata “sindaca” dai suoi bambini.
Ha raccontato, orgogliosa orgogliosissima, della mensa delle scuole degna di un grande ristorante di qualità, della cuoca Pia che adora fare quel lavoro, in quel posto. Dei suoi missili che, da quarant’anni, difendono i cieli d’Italia. Una base sotterranea sul suo territorio che diventa ulteriore elemento di sicurezza e tranquilla convivenza con gli abitanti.
Ha raccontato di essere cresciuta a “pane e politica”, con suo padre socialista, impegnato nella versione più nobile della politica, quella dove paghi di tasca tua il tuo impegno e il tuo ruolo.
«Mio papà pagava con i suoi soldi l’affitto della sezione e io non mi faccio mai rimborsare una missione dal Comune».
Si vive bene a Zibello, lo si vede dalle facce della gente che incontriamo, prima ancora che dagli attestati di Cittaslow e Città dei Sapori. Il Culatello ha portato benessere e turisti, il Po placa gli animi e probabilmente, con il costante timore di un’esondazione dove tutti devono fare la loro parte, mantiene alto lo spirito di solidarietà tra le persone.
La “sindaca” di questo clima tra le persone è contenta e il suo cruccio, ma anche il suo obiettivo, è quello di fare di più per l’aggregazione. Intanto ha aderito all’originale progetto messo in campo da Provincia e Diocesi, di riaprire gli oratori. «Da piccola, ricorda, il centro di aggregazione era il piazzale della chiesa, lì ci trovavamo tutti, con tutto il codazzo di primi amori e giochi e amicizie. Oggi questo non c’è più ma rimane il bisogno».
E poi vuole un centro sportivo, «non esiste che i miei cittadini debbano spostarsi per avere questi servizi. Mancano i soldi ma li troveremo anche per fare questo». E, conoscendola, in caso di rielezione non ci sono dubbi che ci riuscirà.

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