domenica 19 luglio 2009

Un po' di salute e tranquillità


“…alquanto poco aceto modense, dalla sperimentata efficacia rinfrescante e balsamica, riuscì in breve lasso di tempo a ridare un po’ di salute e tranquillità..”
Gioacchino Rossini

Risale alla prima metà dell’Ottocento la notizia più curiosa sull’aceto modenese che,probabilmente, diede origine al nome di Aceto Balsamico, facendo leva sulle sue proprietà terapeutiche.
Sempre in quel periodo, esattamente nel 1839, il conte Giorgio Gallesio, studioso dell’epoca famoso per la sua imponente opera “La Pomona Italiana”, importante trattato di arboricoltura, descriveva nel “Giornale di agricoltura e di viaggi” i suoi studi sulle tecniche di produzione dell’Aceto Balsamico che ebbe modo di apprendere presso la residenza dell’amico Conte Salimbeni di Nonantola. I suoi appunti costituiscono, con ogni probabilità, il documento tecnico più antico in cui si descrive il disciplinare di produzione dell’Aceto a Modena. Infatti Gallesio per primo classifica gli aceti in due categorie ben distinte: quelli ottenuti da solo mosto cotto e quelli da mosto fermentato e vin fatto, definendo il primo come “eccelso”, l’altro come “pure eccellente”.
Da allora la tecnologia ha contribuito ad aumentare gli aspetti legati alla sicurezza alimentare del prodotto ma la sua storia e le tecniche di produzione sono rimaste pressoché intatte. Così come le sue proprietà organolettiche e salutistiche.
Mentre per la storia e le tecniche di produzione esiste una diffusa conoscenza, meno informazioni circolano in merito alle proprietà dell’Aceto Balsamico di Modena.
Ad esempio in pochi sanno che l’aceto appartiene alla categoria degli alimenti nervini, ovvero quei cibi considerati eccitanti alla stregua di caffè, tè e cacao; l’aceto, infatti, agisce stimolando il sistema nervoso centrale e, in tal modo, influisce sui processi di digestione e di assorbimento degli alimenti. Questo vale in parte anche per l’Aceto Balsamico di Modena che comunque merita un capitolo a parte nella storia e nelle caratteristiche della categoria, a cominciare dal fatto che esso rappresenta una vera e propria delizia per il palato e ben si presta a numerosissime occasioni di consumo.
L’Aceto Balsamico di Modena è uno dei prodotti più indicati per una dieta, ad esempio come sostituto dell’olio in tutte quelle portate in cui serve un condimento. L’apporto calorico dell’Aceto Balsamico è pari a 25/30 kcal/100 gr rispetto alle 900 dell’olio di oliva; questo risparmio non incide tra l’altro sul gusto, anzi in molti casi contribuisce ad esaltare la bontà del piatto.
Ogni 100 gr di Aceto Balsamico di Modena sono composti da: 88 calorie, 76,45 acqua, 0 grassi, 0,49 proteine, 17.03 carboidrati, 0 fibre, 100% edibile.
Per assimilare al meglio le proprietà dell’aceto balsamico è consigliabile seguire i suggerimenti delle antiche tradizioni contadine che prevedono l’assunzione di un cucchiaio ogni mattina a digiuno. In tal modo si sviluppa un'azione anticancerogena preventiva, si integrano le vitamine E e C.
Inoltre gli antichi detti affermano che “spegne la sete, aggredisce la febbre, assale le infezioni, mitiga le infiammazioni. Imbevuta d'aceto e masticata lentamente, una zolletta di zucchero fa cessare il singhiozzo e calma la pertosse. Libera il naso tappato dal raffreddore e la testa appesantita dall'aria viziata.”
Elemento determinante per una alimentazione sana, l’Aceto Balsamico di Modena fa bene per la forte presenza nel prodotto di polifenoli, di cui è scientificamente provata l’importante azione antiossidante e di pulizia del sangue dai radicali liberi. Inoltre stimola, grazie alla sua acidità, la secrezione dei succhi gastrici e una buona salivazione, mettendo l’organismo in una buona condizione di digestione. Infine un altro aspetto non trascurabile, generato dall’uso costante e controllato di Aceto Balsamico di Modena, è dato dalla ridotta produzione di acido cloridrico e conseguente calo del rischio gastrite.


LF

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