domenica 19 luglio 2009

Elena Dovani e gli oggetti che fanno compagnia


Il buon gusto, la raffinatezza, l’eleganza, il bon ton e chi più ne ha più ne metta sono le caratteristiche che balzano all’occhio non appena varchi la soglia del minuscolo show-room al tre di via Medoro Savini,nel centro storico di Piacenza.
Per chi non ha dimestichezza con la moda e il design c’è sempre il rischio soggezione ma scompare davanti al sorriso con cui Elena Dovani ti accoglie, mettendoti immediatamente a tuo agio. Forse sarà anche per questo che certi negozi dei centri storici sono in crisi? Forse un sorriso sincero, ovvero merce rara, potrebbe essere un antidoto al vuoto di certe superaccessoriate botteghe?
Il “destino” di questi luoghi dovrebbe fare un salto da queste parti per capire dove sta la differenza, lasciandosi scaraventare addosso, come Elena ha fatto con me in questa conversazione troppo bella per non essere condivisa, tutta la passione per il proprio lavoro, sopita per anni.
“Mi sono laureata in architettura quindici anni fa e poi il quadretto con laurea incorniciata è rimasto in fondo ad un armadio, perché l’attività di famiglia mi aveva assorbito completamente – mi racconta Elena – Adesso invece ho cominciato ad aprire questa bottega di idee ed applicare il principio che il design lo si deve vivere senza consentire agli oggetti di diventare troppo preziosi.” Eccolo.. il trucco magico che la rende naturalmente di fiducia: la capacità di dare il giusto valore alle cose.
“Non ho ancora completamente spiccato il volo nello straordinario mondo della creatività, da poco ho ripreso in mano la mia passione vera e adesso sto studiando e sto scoprendo. – continua Elena – Voglio fare l’architetto di interni ma ad una condizione: che la casa o le stanze che mi verranno affidate siano poi vissute, insieme agli oggetti che io proporrò al cliente. Ho visto troppe soluzioni “perfettissime” senza anima. Io voglio fare esattamente l’opposto. Voglio che gli oggetti facciano compagnia, non lo dico io io ma il famoso Achille Castiglioni. Io però voglio applicarne il pensiero.”
Lo ha fatto nella sua bella casa in campagna, sulle colline arquatesi; lo ha fatto nel suo piccolo spazio esposititivo dove gli oggetti sembra quasi che non vogliano essere acquistati, tanto fanno compagnia a chi entra. Lo farà, ne siamo certi, in ognuna delle case, delle stanze, dei giardini che le verranno affidati d’ora in poi, perché il suo sorriso è un sorriso sincero.
Luigi Franchi

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