Invece una targa, una pacca sulla spalla e via ad Annie
Féolde dell’Enoteca Pinchiorri, Livia Iaccarino del Don Alfonso 1890, Nadia e
Antonio Santini del Pescatore (ad Antonio Santini doppia pacca sulla spalla per
aver ritirato la targa in memoria di Franco Colombani del Sole di Maleo),
Renata ed Ezio Santin dell’Antica Osteria del Ponte, Carlo Cracco dell’omonimo
ristorante, Massimo Bottura dell’Osteria Francescana, Paolo Lopriore de Il
Canto, Massimiliano Alajmo delle Calandre e Gualtiero Marchesi. Al maestro è
andato un premio speciale: la targa “non d’argento, ma dorata” (sic), secondo
le fedeli parole dello speaker della giornata.
Questa è la cronaca della parte conclusiva della giornata
mondiale del turismo che si è svolta ieri al 31° piano del Pirellone di Giò
Ponti. Ma, per fortuna, la politica (quella autocelebrativa) non è più di moda.
“Il paese, che 100 anni fa era la prima meta turistica al
mondo per gli stranieri, è molto molto molto meno bello. Si prova la sensazione
antiestetica più forte al mondo. – ha proseguito il critico d’arte – Però è
diventato il paese più buono del mondo, trasformando alimenti poveri in
formidabili piatti che i cuochi italiani sanno progettare. Hanno capito cos’è
la creatività, non per difenderne solo la tradizione ma capendo cosa vuol dire
inventare.”
Daverio ha concluso il suo intervento invocando il valore
“di un turismo fatto da chi sta dentro”, dagli italiani che conoscono e
capiscono il cibo perché rappresenta il linguaggio comune.
Tra i fattori che affermano il ruolo primario del
turismo, il ministro Brambilla ne ha elencati tre: l’attività produttiva con un
segno più; il fatto che siamo il paese più bello del mondo; il grande lavoro
svolto dal ministero del Turismo “voluto
e istituito dal presidente del consiglio”, che assolve al compito di portare a
sistema il settore.
"Ristorazione è turismo. Innalzare la qualità dei
servizi di ristorazione significa dunque innalzare la qualità della nostra
offerta turistica” ha affermato il ministro al momento della firma del
protocollo con FIPE.
Si tratta di semplici regole che gli operatori potranno
adottare segnalando l'avvenuta adesione con un marchio in vetrina: dalla
valorizzazione del 'prodotto Italia' agli occhi dei turisti stranieri,
all'informazione chiara ed obiettiva sui prezzi, alla disponibilità di menu
almeno bilingui (italiano-inglese), alle informazioni sugli ingredienti, sulla
preparazione, sulle tradizioni gastronomiche, fino ad iniziative che consentano
ai clienti di esprimere la propria soddisfazione o le proprie critiche.
Chi rispetta queste regole potrà segnalarsi attraverso un
marchio da esporre nel suo locale. Tutto ciò che sta scritto nel protocollo è
buona cosa. Ma, per favore, andiamo oltre alla istituzione di un nuovo ennesimo
marchio di qualità e alle targhe dorate.
Luigi Franchi
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