Giovanni Ferrari da Martignacco di mestiere fa il
contadino ortolano, vive e lavora a pochi chilometri da Godia dove vive e
lavora Emanuele Scarello, di professione chef e, per passione, presidente della
sezione italiana dei Jeunes Restaurateurs d’Europe. A dividerli la città di
Udine che entrambi attraversano volentieri per incontrarsi e, ogni volta, è una
sorpresa di odori e sapori: quelli delle verdure che nascono nei campi di
Giovanni, secondo i tempi e i desideri della natura, che vengono esaltate nei
piatti di Emanuele, sempre in base alla stagionalità. A beneficiare di questo
incontro i clienti della Trattoria Agli Amici, diventati clienti dell’ortolano.
Questo è uno dei risultati tangibili della realizzazione
di un accordo sottoscritto un anno fa tra i giovani ristoratori del gruppo Jre
e i giovani produttori agricoli della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori)
che prevede l’avvio degli orti di prossimità, ovvero uno degli strumenti per la
ristorazione a km.zero.
“L’incontro tra le due associazioni è stato naturale e
basato sul fatto che tra giovani ci si intende. – racconta il presidente
dell’JRE Emanuele Scarello – Un incontro importante perché consente ai giovani
imprenditori agricoli di continuare a svolgere l’attività senza essere
soffocati dal prezzo e dalle regole dei grandi gruppi. Mentre noi riscopriamo
il valore dei tempi e dei sapori della natura, che non fa sconti. Impari cosa
vuol dire per davvero la parola stagionalità, adeguando la carta e la
creatività a questo o fai dell’altro”.
Il chilometro zero risveglia i sensi, vien da dire dopo
l’esperienza vissuta in alcuni ristoranti che lo praticano davvero. E
restituisce dignità a prodotti che diversamente non esisterebbero più.
“Qui da noi c’è una patata particolare, di Godia, il cui
seme rischiava di scomparire se non l’avessi riscoperta grazie al mio ortolano.
Ma altrettanto, dopo il primo anno di sperimentazione del progetto, Giovanni
Ferrari, e con lui molti altri in Italia, riescono a produrre in base al
mercato. Nei mesi invernali, in Friuli, i campi sono ghiacciati e ciò che
rimane sono verze e alcune radici. Lo scorso inverno mi sono trovato a fare un
piatto di maialino nero con nove tipi di radici che ha spopolato, ma le radici
erano poche. Quest’anno Giovanni ne ha aumentato la produzione”.


Rispettare la vicinanza dei fornitori significa anche
fare un certosino lavoro di ricerca che può durare anni, come ha fatto Michele
Valotti della Trattoria La Madia di Brione, a 650 metri di altezza da cui si
domina la Franciacorta, che dalle pagine del suo sito avverte: “Provate a
dimenticare tutte le vostre certezze. Provate a non catalogare per tipologie i
prodotti”.
Nella sua trattoria il menu riporta tutti i nomi e gli
indirizzi dei fornitori di ogni singolo prodotto.
“Ho impiegato almeno dieci anni a selezionare i singoli
fornitori e adesso posso dare soddisfazione ai clienti che vogliono sapere da
dove provengono i salumi, i formaggi, le verdure ecc… Scrivendolo nel menu il
cliente può anche controllare di persona ciò che racconto e propongo. – spiega
Michele Valotti – Inoltre il menu cambia ogni giorno in base all’offerta della
terra, del lago, degli animali. Ormai è il produttore stesso che suggerisce quello
che ha quel giorno”
C’è anche chi il chilometro zero se lo fa direttamente in
casa, come Massimo Spigaroli dell’Antica Corte Pallavicina, un ristorante e
relais che si affaccia direttamente sul fiume Po, a Polesine Parmense.
In vent’anni Spigaroli non ha fatto altro che ricercare,
riprodurre, reimpiantare tutto ma proprio tutto quello che la fertile terra del
Po offriva. L’intera filiera del suino da cui ricava le carni per le pietanze e
i salumi per le merende; un orto posto all’ingresso del castello-relais in cui
coltiva il meglio delle verdure e delle spezie; la stagionatura del
parmigiano-reggiano, ma anche un allevamento in cui convivono all’aria aperta
le vacche di razza bianca, le oche, le anatre e persino i fagiani; la
produzione dei liquori ricavati dalle mele cotogne, dalle noci, dai prugnoli
delle sue tenute. Infine, non contento, ha reimpiantato le vigne di Fortana
che, fino a pochi anni fa, connotavano il paesaggio della Bassa Parmense, ed
ora, nel ristorante i vini della sua cantina aprono una splendida carta, unica
concessione all’internazionalità. Per il resto è pura autarchia gastronomica.
Luigi Franchi
Pubblicato
su Catering, rivista della ristorazione
e dei consumi fuori casa – Settembre 2011www.agliamici.it
www.ristorantelacapinera.com
www.trattorialamadia.com
www.acpallavicina.com
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