sabato 8 agosto 2009

La Biblioteca di Busseto: aperta da più di duecento anni ogni domenica mattina

Anno 1537, il padre francescano Giovan Antonio Maiavacca da Busseto dei Minori Osservanti patrocina la fondazione del Monte di Pietà avvenuta per volontà dei marchesi fratelli Girolamo, Ermete e Francesco Pallavicino; l’istituto aveva il compito di svolgere azioni di sostegno e beneficenza, a cui si aggiunsero nel corso del tempo quelle di promozione culturale. Anno 1768, il duca Don Ferdinando di Borbone, sovrano del Ducato di Parma e Piacenza, espelle i Gesuiti dal
suo Stato confiscandone i beni, tra cui il ricco patrimonio librario; i libri del Collegio di Busseto e Fidenza furono concentrati presso il Monte di Pietà e Abbondanza, da cui nasce il primo fondo della biblioteca del Monte di Pietà.Anno 1960, il Monte di Pietà e Abbondanza si fonde con la Cassa di Risparmio di Parma, che volle dare nuovo impulso alla cura del Palazzo e della Biblioteca. Verso la fine di quel decennio la direzione della biblioteca viene affidata al professor Corrado Mingardi, che ne accompagna tuttora la crescita. Al momento del suo insediamento la dotazione era di circa 5.000 volumi, mentre oggi si aggira intorno ai 65.000, con preziosissime rarità a cominciare dal fondo librario dei Gesuiti, composto fra l’altro da venti incunaboli e 480 cinquecentine, a cui si aggiungono numerose edizioni bodoniane, opere sei-settecentesche di medicina e scienze naturali e l’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert.Un simile patrimonio richiede un luogo altrettanto prestigioso e le sale della biblioteca, ricavate nel palazzo del Monte di Pietà costruito tra il 1681 e l’82 su progetto dell’architetto ducale Domenico Valmaggini, su commissione di Ranuccio II, assolvono al compito in maniera eccelsa. Nove sale e tre magazzini, le principali arredate con scaffali di legno intagliato dei secoli XVIII e XIX, accolgono tre mezze giornate alla settimana chiunque voglia trascorrere alcune ore immerso in uno dei veri piaceri della vita: i libri. Ad accogliere gli ospiti il personale qualificato e il professor Mingardi, un “uomo di libri” come ama definirsi. Ogni giorno, da quarant’anni, il professore passa in queste sale, ne raccoglie gli umori e l’infinito piacere, ne impara ancora oggi i piccoli segreti che vi sono racchiusi nelle migliaia di pagine lunghe cinque secoli.“Sono all’incirca 9.000 i prestiti annuali e circa ottocento le persone iscritte a questa biblioteca che, è bene ricordarlo, è pubblica ma non civica; l’istituzione, pur svolgendo funzioni di biblioteca aperta a tutti, fa capo alla Fondazione Cariparma che ne sostiene tutte le spese di mantenimento e gestione. – spiega Corrado Mingardi – Gli utenti del servizio sono comunque ben più numerosi degli iscritti e arrivano da tutta la Bassa parmense e dai comuni piacentini limitrofi”.Quest’anno il professor Mingardi festeggia il quarantesimo anniversario di questo rapporto straordinario con la Biblioteca bussetana, quarant’anni di gestione sapiente i cui risultati sono agli occhi del mondo. Lo scopro mentre mi accompagna in giro per le sale dell’attiguo palazzo del Monte di Pietà, visitabile su richiesta, dove le sale sono rimaste immutate negli anni, con la quadreria e gli stessi arredi d’epoca, come il tavolo e le sedie su cui i consiglieri dell’epoca erogarono una borsa di studio triennale al giovane meritevole Giuseppe Verdi che potè, in siffatto modo, completare la sua formazione di musicista e compositore a Milano. Lo stesso Verdi, negli anni della maturità, ripagò il Monte con alcuni lasciti. Non ci resta che fare i migliori auguri al professor Mingardi e alla biblioteca di Busseto, suggerendo una visita davvero emozionante e ricca.


Luigi Franchi

1 commento:

  1. Uomo eccezionale, raffinato e di enorme cultura. Estimatore dell'arte e della musica. Un pomeriggio piacevole ad ascoltar racconti secolari.

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