domenica 19 luglio 2009

Rispetto, conoscenza e considerazione


Innamorarsi è una delle grandi fortune della vita! Comincia così la conversazione sotto il portico antistante la gelateria Coccole, in una giornata uggiosa di primavera. Ed io che sono venuto per parlare del gelato ottimato mi ritrovo a conversare con Giovanna Bosto, da tredici anni produttrice di gelati artigianali, dei valori che muovono il mondo e le persone.
“Si, io sono innamorata di ogni cosa che faccio, sono innamorata del contatto con le persone che questo lavoro mi consente di avere, sono innamorata del mio locale che ho aperto tredici anni fa, dopo che ho smesso di fare a ristoratrice di punto in bianco..perchè quando non si ama ciò che si fa è meglio cambiare, cambiare subito se si può.” sostiene Giovanna.
Lei lo ha fatto, ha ceduto la sua quota e una settimana dopo ha cominciato a capire tutto del gelato, gli ingredienti, la storia, i gusti e le tecniche, i prezzi e le materie prime, ha fatto corsi senza l’ambizione di fregiarsi di titolo alcuno di maestro gelatiere.
“Se sono brava non ho bisogno di attestati, se sono brava lo sono davvero e basta.” Lo è, lo confermano un mucchio di persone che scelgono i suoi gelati, lo confermano le persone che, nel volgere dell’intervista, sono passate di lì solo magari per un saluto e lei non ha mai rinunciato a dedicare loro il tempo, quello buono.
“Ognuno di noi ha bisogno di sorridere e di far sorridere” se ne esce Giovanna. Che c’entra con il gelato, sto per chiederle ma non faccio (per fortuna) in tempo. “Il gelato è questo, un sorriso. Non per caso ho voluto chiamare il locale Coccole, un luogo dove uno potesse venire e sorridere. E la soddisfazione più grande è vedere come è cresciuto il rapporto umano con i miei collaboratori (oggi sono nove) nel corso degli anni; come da ragazzini al primo mestiere siano diventati orgogliosi di quello che fanno e bene.”
Ecco che esce ancora una volta l’anima vera dell’artigiano, della persona legata al proprio lavoro, in grado di instaurare un dialogo con i collaboratori e con i clienti, capace di identità.
“Per me avere identità è vivere la professione in una fase di costante sviluppo. – afferma Giovanna – Fare un buon gelato, che si sappia distinguere da una produzione massificata, e riconosciuto come tale dal grande pubblico, occorre studiare e studiare e studiare. Occorre avere rispetto, conoscenza e considerazione della materia prima.”
Ma come si riconosce un gelato buono da uno prodotto in serie? “Facendo proposte prepotenti, in termini di qualità e di ricerca. – afferma Giovanna Bosto – Ma soprattutto, almeno per me, prima bisogna vendere amore per ciò che si produce e acquisire maggiore identità. Così e solo così il consumatore si ricorderà in maniera indelebile di ciò che ha mangiato, del luogo dove lo ha mangiato.”
Sta tutta qui la differenza su come riconoscere la qualità, nella testa e nelle mani e nel cuore di chi la pratica mettendola al centro di tutto. Con questo spirito Giovanna Bosto un giorno ha salito le scale che conducono all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza per sottoporre ai docenti un quesito causato da una molla che, all’improvviso come ogni grande amore che si rispetti, le era scattata dentro.
“Avvertivo e avverto tuttora l’esigenza di affrontare i temi dell’alimentazione e i conseguenti prodotti da un punto di vista innovativo. – ci racconta – Fu lì che scoprii il grande valore scientifico della ricerca che, nel mio caso, ha significato dar vita al gelato “ottimato”. Un gelato con meno grassi e più proteine, pur partendo dagli ingredienti di sempre.”
La novità della scoperta sta nella formula che mette il gelato ottimato in linea con i principi della dieta mediterranea; una formula e mix di esperimenti teorici, su cui hanno lavorato per molti mesi un’equipe di ricercatori coordinata dal professor Attilio Del Re. La gelateria Coccole è stata il teatro della presentazione di questa ricerca.
Ma come scrivevo all’inizio per Giovanna la ricerca, la curiosità e l’innamoramento non hanno mai fine e per questo continua a salire le scale dell’Università, ma non per salire in cattedra bensì per dar corpo, insieme a docenti e ricercatori, ad un nuovo progetto. Ma questa è un’altra storia su cui ritorneremo.
“Di una cosa sono certa. – conclude Giovanna – Noi artigiani abbiamo poco tempo da perdere ma tanto per costruire insieme tante cose belle, buone, fatte bene. E’ importante che cresca e si propaghi questa consapevolezza; perché insieme si vale di più.” Un auspicio che vogliamo rilanciare, sperando che venga raccolto.
Luigi Franchi


Il Gelato Ottimato® come pasto completo

Mangiare il gelato è un piacere. Alla fine di un pasto. Come spuntino. Sempre.
Ma il gelato può essere anche un pasto, o almeno un piatto importante del pasto, purché non sia solo una golosità ma anche un buon alimento: un alimento che nutre e dà al corpo umano tutto quello che il corpo vuole. La dietologia ci insegna che uno degli stili alimentari di maggiore successo è l’alimentazione Mediterranea.
Ebbene, il gelato può essere trasformato in un alimento bilanciato secondo la dieta Mediterranea: il Gelato Ottimato. Dopo l’ottimazione, le sostanze nutrienti sono: 18% di proteine, 16% di grassi e 66% di zuccheri (in peso; o, se preferite, 15% di proteine, 30% di grassi e 55% di zuccheri in kCalorie). Questi rapporti sono tipici della dieta Mediterranea.
I gelati ottimati sono progettati dal Professor Attilio Del Re, ordinario di Biochimica e docente di Chimica fisica degli alimenti nell’Università Cattolica di Piacenza.
La realizzazione è merito di Giovanna Bosto, eccezionale artigiana del gelato ben nota per la sua gelateria “Coccole” di S. Giorgio Piacentino.
I gelati ottimati sono adattamenti di ricette tradizionali italiane, risalenti agli inizi del secolo scorso, raccolte da Giovanna Bosto ed interpretate in base alle conoscenze alimentari moderne e migliorate nella loro funzione nutrizionale. In questo senso il Gelato Ottimato è un alimento funzionale.
www.cucinaottimata.com/blog/info/

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